Spesso trascurata, la manutenzione dell’impianto elettrico è di primaria importanza per gli ambienti domestici poiché è la sola in grado di garantire sicurezza e scongiurare l’insorgere di spiacevoli incidenti. Vista la quantità di elementi potenzialmente pericolosi è bene attenersi alle rigide norme che ne disciplinano installazione e/o verifica. Rispetto agli anni passati le attuali regole forniscono indicazioni così precise da lasciare poche possibilità di scelta a tecnici e progettisti. In questo modo si riducono sensibilmente le ambiguità di fronte ai possibili scenari tecnologici di un appartamento.
Oggi, per esempio, per un nuovo impianto elettrico civile è obbligatorio prevedere un numero minimo di dispositivi per l’illuminazione d’emergenza in funzione delle dimensioni della casa. Essere a conoscenza di come è strutturato il tutto permette di utilizzare meglio l’impianto e di scegliere con maggiore consapevolezza ciò che è più adatto alle proprie esigenze. In termini di comfort è un fattore che non può e non deve essere sottovalutato. Monitorare lo stato di salute di un impianto è fondamentale. La norma Cei 64-8 con il termine verifica intende l’insieme delle operazioni da fare per accertarsi che l’impianto risponda perfettamente a quanto stabilito dalla legge.
Questa si distingue dal collaudo e dall’omologazione che riguardano rispettivamente la conformità al progetto dell’impianto elettrico e la concordanza dichiarata da un ente preposto. Senza le verifiche iniziali, richieste esplicitamente dalla legge 46/90 e dal d.m. 37/2008, la dichiarazione non tutela da eventuali incidenti o malfunzionamenti. Dopo le verifiche iniziali, vi sono poi quelle periodiche che servono a valutare la condizione dell’impianto elettrico e a scoprire eventuali difetti. Secondo la stessa CEI la verifica periodica di un impianto elettrico prevede due momenti: l’esame a vista e le prove.
Anche per le
verifiche impianti elettrici periodiche devono essere preparati dei rapporti, documenti che indichino le parti dell’impianto revisionate e l’esito delle prove svolte.
Laddove mancassero indicazioni specifiche, la frequenza può essere stabilita sulla base delle condizioni di conduzione dell’impianto. Le modalità e i risultati delle verifiche – ove non richiesto esplicitamente – è opportuno che siano raccolti e pubblicati in apposite relazioni nelle quali saranno riportati anche gli eventuali difetti impiantistici riscontrati. Al termine dei lavori la ditta esecutrice deve rilasciare la Dichiarazione di conformità del lavoro eseguito, la sola e unica modalità per certificare l’adeguatezza dell’intero circuito.
Quest’ultima può essere rilasciata dal professionista solo dopo essersi accertato dell’assenza di difetti e del buon funzionamento dell’impianto. Non effettuare le verifiche espone infatti l’installatore a gravi conseguenze perché la dichiarazione rilasciata risulterebbe in parte falsa. Egli non potrebbe giustificarsi in alcun modo in caso di incidenti provocati da eventuali difetti nascosti, anche se questi fossero causati da dipendenti o aziende subappaltatrici. In ogni caso, anche se le verifiche fossero affidate ad altri professionisti, è colui che sottoscrive la dichiarazione di conformità che si assume in prima persona la responsabilità dei lavori eseguiti da terzi. É importante per la sicurezza propria e altrui perciò è bene affidarsi solo a mani esperte!